COSA VUOL DIRE SALUTE (ai tempi del coronavirus)

 

Questo articolo nasce dalla voglia di creare un dibattito e un confronto intorno ad un tema che ci sta molto a cuore. La salute delle persone e la sua relazione con l’attività fisica.

La pandemia causata dal coronavirus SARS-CoV-2 ha portato quasi tutti i paesi a prendere misure più o meno drastiche per tutelare la salute dei propri cittadini. La Cina è stata pioniera in questo e ha adottato misure di restrizione totale sui movimenti dei suoi cittadini, ma tra i paesi occidentali l’Italia è stata la prima che si è trovata a fronteggiare la pandemia tanto da creare il “modello Italia”: chiusura di scuole, chiese, poi delle attività che causano aggregazione come bar, ristoranti, musei e competizioni di squadra, e infine si è arrivati alla chiusura di alcune fabbriche ritenute non essenziali, a vietare le attività sportive e ricreative all’aperto (in realtà entro 200m dalla propria abitazione è consentito) e a limitare gli spostamenti dei cittadini solo alle attività ritenute essenziali (compreso andare a comprare le sigarette). Inoltre il “modello Italia” ha chiuso l’intera nazione mentre in Cina la chiusura è stata solo di alcune regioni.

Cosa hanno invece fatto gli altri paesi? Abbiamo scoperto così che lo stato che ha le misure restrittive più simili all’Italia è la Spagna dove le attività all’aperto sono proibite; in Francia si può uscire per un’ora al giorno, da soli o con persone del proprio nucleo familiare, in un raggio di un Km dalla propria abitazione; in UK l’attività fisica – corsa, ciclismo o passeggiata – rientra tra le attività essenziali da fare una volta al giorno, da soli o con i propri conviventi; stessa cosa per Belgio e Olanda; in Svezia “Esercizio fisico e pratica sportiva sono benefici per la salute pubblica, queste attività devono continuare. Non vi è necessità di annullare allenamenti, partite e tornei locali, palestre e centri sportivi possono restare aperti.” Destando però alcune polemiche per esempio del Financial Times. Potete trovare più informazioni a questo link.

Il virus è arrivato prima in Italia ed è quindi possibile che futuri emendamenti aumentino le restrizioni anche in altri paesi, ma le misure prese nei vari paesi ci fanno pensare a come è vista l’attività fisica e il valore che ogni stato gli attribuisce.

Queste misure sono state messe in atto dai vari stati per salvaguardare la salute dei propri cittadini, ma COSA VUOL DIRE SALUTE? Secondo l’OMS la salute è definita come “uno stato di totale benessere fisico, mentale e sociale e non semplicemente assenza di malattie o infermità”. Non vogliamo aprire un dibattito politico o discutere la natura di queste restrizioni, vogliamo però porre l’accento su come queste ultime possano andare ad impattare sulla salute fisica, mentale e sociale della popolazione.

In Cina stanno iniziando le prime manifestazione dei cittadini che sono esasperati dagli isolamenti sociali e dalle restrizioni, e possiamo presumere che questo sia un problema che prima o poi dovranno affrontare anche i paesi occidentali.

Trovare il giusto equilibrio tra salvaguardare la Salute e il sistema sanitario per colpa del SARS-CoV-2 e salvaguardare la Salute fisica, mentale e sociale dei cittadini sarà la sfida che nelle prossime settimane e mesi il governo dovrà affrontare. Apprendiamo con grande soddisfazione le campagne del Ministero della Salute che cercano di sensibilizzare i cittadini riguardo a come e perché sia utile fare attività fisica in casa. Lo stesso Ministero della Salute, a dire il vero, inizialmente aveva chiesto al governo di includere l’esercizio fisico come attività essenziale. Però questo tema in Italia (nel resto del modo abbiamo visto che per ora le misure sono meno restrittive) sembra attualmente marginale e fuori dalla discussione pubblica, o peggio in molti casi il runner è stato additato come il male assoluto, demonizzato e preso a modello negativo.

Questo problema, a nostro modo di vedere, ha origini culturali e deriva da una totale assenza di Educazione Fisica. Proprio come dice il nome si tratta di educare i cittadini, a partire dai bambini nelle scuole, rispetto i benefici che lo sport ha sul nostro corpo. Ne abbiamo già parlato e continueremo a parlarne, ma non è questo il momento per rielencarli. A scuola l’educazione fisica è una materia bistrattata dagli studenti, dai genitori e dagli stessi insegnanti di altre materie. Manca l’educazione nei bambini oggi per poter cambiare il modo di pensare domani. È assente, aldilà di questa situazione di emergenza, il discorso di prevenzione della salute; ci limitiamo a curare i sintomi che la vita sedentaria e frenetica crea piuttosto che cambiare il nostro modo di vivere in maniera sana e positiva, per mancanza di educazione rispetto a questo tema. Questo problema culturale, volenti o nolenti, è un qualcosa che prima (speriamo) o poi dovremo affrontare. E ricordiamoci che: “Coloro che pensano di non aver tempo per l’esercizio fisico prima o poi dovranno trovare il tempo per ammalarsi” (Edward Stanley).

A questo punto aggiungo anche un discorso di Educazione Civica, perché le norme, come abbiamo detto, inizialmente erano meno restrittive e l’attività fisica all’aperto era consentita. Però ci si è dovuti confrontare con la mentalità di alcuni cittadini che ha sfruttato quella possibilità per assaltare i parchi cittadini e prendere il sole, per correre in aggregazione e non rispettare le distanze e le misure di sicurezza che il governo indicava.

Per concludere questa riflessione vorremmo che l’attività fisica, la corsa, il riunirsi con la natura incomincino a diventare un punto fermo e importantissimo per la salute, fisica, mentale e sociale, dei cittadini. Ci auguriamo che l’educazione fisica acquisti importanza in ambito scolastico e che le campagne di prevenzione da parte del Ministero continuino e diventino ancora più importanti. Infine, speriamo che i cittadini acquistino maggiore educazione civica e fiducia nelle istituzioni e che il rispetto delle regole può portare ad una vita più serena e pacifica.

Adesso è il momento di stare uniti, di seguire le direttive (per quanto a volte non condivisibili), iniziare ad allenarsi (in casa o nei pressi della propria abitazione) e capire che lo sport è importante. Noi continueremo a portare avanti il nostro messaggio di vita sana e salutare attraverso la corsa, e speriamo che questo messaggio arrivi anche agli organi competenti; speriamo che da questa situazione drammatica nasca un dibattito sano e positivo volto a migliorare la SALUTE di tutti i cittadini.