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osteoporosi

OSTEOPOROSI

L’osteoporosi è definita come una patologia del sistema osseo. Crea una riduzione della densità della nostre ossa (cioè meno cellule e meno minerali). Questo porta a una perdita dell’architettura e della resistenza dell’osso, e quindi aumenta la probabilità di subire una frattura. Per capire facilmente cos’è l’osteoporosi usiamo una metafora: quando siamo giovani le nostre ossa sono un muro di mattoni forte e stabile, invecchiando iniziamo a perdere dei mattoni qua e là, e questo rende il muro molto più fragile e a maggior rischio di crollare. E purtroppo, quando mancano tanti mattoni, basta una forza minima per far cadere il muro.

L’osteoporosi è, quindi, legata principalmente all’età e all’invecchiamento; sono importanti però, anche a cambiamenti metabolici e ormonali e caratteristiche genetiche proprie di ogni individuo. Questi cambiamenti metabolici e ormonali sono maggiori per le donne e questo spiega perché sono più colpite e hanno un rischio maggiore di andare incontro a frattura in età avanzata.

Come si scopre di avere l’osteoporosi?

L’esame che si effettua per scoprire la salute delle nostre ossa, e quindi sapere quanti mattoni stiamo perdendo, è la MOC (Mineralometria Ossea Computerizzata). La MOC da sola però ci dice solo quanti mattoncini mancano e chi, se cade, ha più probabilità di avere una frattura.

Ci sono anche notizie positive!

Essere anziani, in menopausa, o avere dei geni “cattivi” sono fattori non modificabili su cui non possiamo intervenire; però per fortuna ci sono altre cose che possiamo fare per rallentare e gestire l’osteoporosi e, quindi, per prevenire le fratture.

Scopriamole insieme!

Come rallentare l’insorgenza di osteoporosi?

Chi mi conosce e ha già letto alcuni miei articoli penserà che sono ripetitivo ma finiamo quasi sempre a parlare di ESERCIZIO. Ebbene sì, Anche per gestire (e vedremo dopo, trattare) l’osteoporosi, l’esercizio fisico è fondamentale! Invecchiando perdiamo dei mattoni nel nostro “muro”, ma se noi siamo attivi e diamo continuamente (con costanza e carichi corretti) stimoli alle nostre ossa loro rimarranno forti e in forma più a lungo. Anche, e soprattutto, chi non ha mai fatto attività fisica deve iniziare a svolgerla se vuole tenere a bada l’avanzare dell’osteoporosi. Non è mai troppo tardi per iniziare!

Meglio se inziate con delle attività seguite da un professionista, ma non esistono esercizi giusti o sbagliati. L’importante è muoversi. Chiaramente esercizi in cui il carico sulle gambe e sulla schiena è importante sono da preferire (soprattutto quando non si ha male e l’osteoporosi è all’inzio), perché il carico sulle ossa è maggiore. In generale, correre, saltare o sollevare pesi non danneggia le ossa, ma le rinforza. Quando invece questi esercizi sono impossibili (perché non si sono mai fatti, o perché c’è dolore), bisogna iniziare con esercizi più facili. Bisognerà poi progredire con esercizi via via più difficili e bisognerà ricercare attività che siano piacevoli e che si possano fare regolarmente. Ognuno di noi è diverso: c’è chi preferirà un’attività e chi un’altra, chi in maniera più intensa chi più dolcemente.

Come trattare l’osteoporosi?

Di solito il trattamento dell’osteoporosi è quasi sempre medico. E cioè i pazienti che hanno segni di osteoporosi alla MOC inizieranno cure con supplemento di vitamina D e calcio. La vitamina D e il calcio sono responsabili della parte minerale e della struttura esterna dell’osso.

C’è un grosso problema però: con questi farmaci può migliorare il valore alla MOC ma il rischio di frattura di riduce di pochissimo. L’osso per diventare più resistente ha bisogno di carico. Tornando alla metafora del muro, con la vitamina D e il calcio si mettono mattoni sul muro senza però che si abbia il cemento per tenerli insieme; l’esercizio fisico e il carico servono proprio per cementare e far diventare più resistente il muro.

Non esistono esercizi giusti o esercizi sbagliati, la chiave è quantificarli nel modo corretto. Chi dice che con l’osteoporosi non si può correre, non si può saltare o non si possono alzare pesi vi dice una mezza bugia (diffidate dei messaggi negativi). Chiaramente sono attività in cui il carico sulle ossa è alto, ma dipende anche quanti salti faccio, quanti metri corro e quanto pesante è il peso. Una tachipirina cura la febbre, 100 tachipirine tutte insieme uccidono; 3 metri di corsa possono essere un valido esercizio, 5 minuti uno pessimo! A proposito se vuoi iniziare a correre organizzo corsi per permetterti di iniziare in sicurezza, scopri di più qui

Quali esercizi fare?

Non essendoci esercizi giusti o sbagliati a priori bisogna iniziare un programma di esercizi seguiti da un professionista, soprattutto quando l’osteoporosi è in stato avanzato. Con un buon programma di allenamento e rinforzo, e cioè con il giusto dosaggio di esercizi, nulla è impossibile. Idealmente bisogna combinare esercizi aerobici (camminata veloce/corsa, nuoto, cyclette/bici, ballo, etc.) con esercizi di rinforzo muscolare. Si può partire con esercizi semplici da integrare nella vita quotidiana, fino ad arrivare a sollevare pesi più importanti o esercizi più complessi.

Equilibrio!

Numerosi studi hanno messo in relazione la capacità di mantenere l’equilibrio su una gamba sola con la probabilità di cadere nella popolazione anziana. Chi non è in rado di mantenere l’equilibrio per almeno 27 secondi aumenta di molto il rischio di caduta. Quindi inserire esercizi di equilibrio è fondamentale in età anziana per migliorare la propria mobilità e ridurre il rischio di caduta.

 

Vuoi chiedere altre informazioni sull’osteoporosi o vuoi prenotare un appuntamento? Contattaci a info@fisiosprint.it oppura chiamaci o mandaci un WhatsApp a 0161 1706346

Protesi di ginocchio

PROTESI DI GINOCCHIO

COSA FARE PRIMA DELL’INTERVENTO DI PROTESI AL GINOCCHIO?

Come abbiamo già visto nell’articolo sull’artrosi (recuperalo qui), l’artrosi non è sempre dolorosa e prima di effettuare l’intervento chirurgico di protesi di ginocchio bisognerebbe effettuare un percorso di fisioterapia e riabilitazione per cercare di migliorare la propria condizione fisica, la forza muscolare e, se in sovrappeso, intraprendere una dieta ipocalorica (se sei alla ricerca di un professionista prenota una visita con il Dott. Lenzi).

Anche se questo percorso non riuscirà a risolvere il problema e bisognerà quindi andare in sala operatoria, tutti gli esercizi svolti prima dell’intervento di protesi di ginocchio aiuteranno e velocizzeranno la ripresa dopo l’operazione.

I PRIMI GIORNI DOPO L’OPERAZIONE

La protesi di ginocchio non comporta grossi problemi da un punto di vista di attenzione o limitazioni nei primi giorni, come invece succede per la protesi d’anca. Però risulta essere molto dolorosa, soprattutto le prime settimane. Le linee guida consigliano l’utilizzo del ghiaccio nei primi giorni post intervento perché riducono l’assunzione di farmaci. Inoltre bisognerebbe iniziare il prima possibile, già in ospedale, la riabilitazione per iniziare a muovere l’articolazione, limitare il gonfiore e l’atrofia muscolare. Più l’articolazione era bloccata prima dell’intervento di protesi di ginocchio, più sarà difficile recuperare il movimento completo. Per recuperare il movimento e limitare le rigidità risulta importante trattare anche la cicatrice, una volta rimossi i punti.

Per quanto riguarda la forza si può iniziare fin da subito a effettuare esercizi di forza per i muscoli della coscia, del gluteo e dei polpacci. Questo aiuterà una più rapida accettazione del carico. Inizialmente è consigliato l’utilizzo di stampelle e bisogna prestare attenzione agli esercizi che mettono stress sull’articolazione. Mano a mano che la forza aumenta e il paziente avrà più sicurezza nel mettere tutto il proprio peso su una gamba sola, si deve iniziare a lavorare sul commino e eliminare tutte le zoppie che ci sono inizialmente, fino a eliminare le stampelle.

NEL LUNGO PERIODO?

La protesi di ginocchio, se gestita bene all’inizio, non da problemi nel lungo periodo. La “vita” di una protesi di ginocchio è lunga e può durare in alcuni paziente 25/30 anni, e anche di più. Dopo un primo periodo di 2/3 settimane, che di solito viene svolto in ospedale o in strutture pubbliche, il paziente viene mandato a casa. Attenzione però! La riabilitazione non è finita. Il paziente dovrà continuare a effettuare esercizi di rinforzo sempre più mirati a quelle che sono le sue capacità. Per pazienti più giovani sarà importantissimo continuare a fare esercizio fisico, anche intenso, e quindi andare in palestra, continuare a correre, andare in bicicletta, e fare esercizi intensi; per quelli più anziani gli esercizi vanno calibrati in base alla loro situazione ma comunque devono mirare a un miglioramento della condizione fisica e della loro salute.

CONCLUSIONE

In conclusione l’intervento di protesi di ginocchio può essere la soluzione per quei pazienti che, nonostante fisioterapia, esercizi e dieta, continuano ad avere dolore. I primi giorni dopo l’intervento possono essere molto dolorosi e recuperare il movimento è complicato se prima dell’operazione si era già molto rigidi. Bisognerebbe iniziare la fisioterapia il prima possibile, continuare a scvolgere esercizi, anche intensi e faticosi, fino a che non si raggiunge il livello di autonomia sperato, e in quel momento continuare in autonomia con costanza e dedizione a prendersi cura della propria salute.

 

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Artrosi

ARTROSI

COS’È L’ARTROSI?

L’artrosi è il disturbo articolare cornico più diffuso al mondo. Se vogliamo riprendere una definizione recente è: “una condizione comune caratterizzata da dolore articolare e rigidità con conseguenze rilevanti sulla funzionalità, restringendo significativamente le ADL e spesso porta ad una riduzione della qualità della vita”.

Attenzione però: non sempre è dolorosa! L’artrosi può essere considerata un processo di invecchiamento dell’articolazione. Così come invecchiando perdiamo i capelli, o diventano bianchi, oppure ci vengono le rughe, così anche le superfici articolari diventano più frastagliate, meno lisce e si deformano; il problema è che però alcune volte l’artrosi da dolore.

Già a 45 anni circa il 30% della popolazione presenta segni di artrosi all’anca o al ginocchio, e la percentuale aumenta con l’aumentare dell’età. Per fortuna però meno del 50% ha dolore.

 

COME SI PREVIENE E QUALI FATTORI SONO INVECE PERICOLOSI?

Pur essendo una condizione quasi fisiologica e legata all’invecchiamento, ci sono fattori protettivi e altri che invece accelerano le deformazioni articolari.

La conformazione anatomica, la genetica sfavorevole, aver subito traumi articolari o interventi chirurgici in giovane età, sono tutti fattori che possono peggiorare la progressione, ma su cui, purtroppo, non possiamo farci nulla.

Possiamo però rallentare la progressione avendo uno stile di vita sano. Sappiamo che le persone che praticano sport che prevedono un carico articolare, come la corsa, hanno un rischio minore del 70% di sviluppare artrosi dolorosa. Inoltre la nutrizione è fondamentale: essere in sovrappeso o obesi, o avere patologie metaboliche come diabete, dislipidemia o ipertensione, peggiora la progressione e il dolore.

Concentriamoci su fattori che possiamo modificare e su cui possiamo avere l’ultima parola. Per prevenire bisogna stare in salute, praticare attività fisica e controllare il peso corporeo.

 

COME SI TRATTA L’ARTROSI?

Sono stati proposti tanti trattamenti per l’artrosi, alcuni più efficaci, altri invece inutili. Partiamo da quelli più utili:

ESERCIZIO FISICO: l’esercizio fisico è certamente il trattamento più sicuro e migliore da intraprendere se si soffre di artrosi. Indipendentemente dall’età e della proprie capacità bisogna iniziare a dare movimento all’articolazione e rinforzare la muscolatura. Anche in età molto avanzata i nostri tessuti si modificano e si adattano agli stimoli che gli diamo. Chiaramente l’esercizio va individualizzato e deve essere mirato alla propria condizione e alle proprie capacità. (Vuoi iniziare a correre? Inizia da qui!)

NUTRIZIONE: anche in questo caso la comunità scientifica è certa: bisogna controllare la bilancia se siamo in sovrappeso o obesi e soffriamo di dolore articolare. (Sei alla ricerca di un nutrizionista? Prenota una visita con il Dott. Lenzi!)

EDUCAZIONE: l’educazione da sola non è sufficiente, ma il paziente va guidato, seguito e educato attraverso il suo percorso riabilitativo. Ci possono essere dei periodi di benessere, seguiti da peggioramenti improvvisi. L’artrosi può essere molto dolorosa, e non sempre possiamo controllarla. Sapere come gestire i momenti più dolorosi e quelli in cui riusciamo a muoverci con meno fatica è importantissimo.

FARMACI: l’utilizzo dei farmaci per trattare l’artrosi non trova tutti d’accordo. Le ultime linee guida consigliano di utilizzare farmaci antiinfiammatori FANS, la minor dose possibile per il periodo più breve possibile quando il dolore è molto forte e molto disabilitante. Sono sconsigliati invece gli oppioidi, la tachipirina e farmaci antidolorifici.

MASSAGGI: i massaggi e la terapia manuale non servono molto. Sono utili però mobilizzazioni articolari se è presente forte rigidità articolare (e muscolare), e si è in una fase in cui il dolore non è molto intenso.

TERAPIA FISICA: anche in questo caso fare TECAR, laser o altre terapie passive serve a poco o nulla. Come avete capito i trattamenti migliori sono quelli in cui il paziente prende in mano la situazione e gestisce il suo problema con impegno e costanza quotidiana. Sperare che un farmaco, un massaggio o una macchina curi l’artrosi è sbagliato.

INFILTRAZIONI: se dopo un trattamento di alcuni mesi, almeno 2 o 3, non c’è beneficio e il dolore non migliora, la letteratura scientifica consiglia di effettuare un ciclo di infiltrazioni per provare a togliere il dolore e poter lavorare con esercizi di rinforzo per avere miglioramenti più a lungo termine. Le infiltrazioni di acido ialuronico dovrebbero essere evitate perché non utili; sono invece utili infiltrazioni di cortisone.

INTERVENTO CHIRURGICO: quando tutti i precedenti interventi hanno fallito l’intervento chirurgico può e deve essere preso in considerazione. Vi parlerò in un prossimo articolo del ruolo della fisioterapia in seguito a protesi di anca o di ginocchio.

 

Hai domande specifiche o vuoi capire se il tuo dolore è dovuto all’artrosi? Non esitare a contattarmi