Articoli

SPRINT Iniziale – per iniziare a correre

Cos’è SPRINT Iniziale?

SPRINT Iniziale nasce dalla voglia di fare Educazione Fisica, e dalla voglia di far iniziare più persone possibile a fare attività fisica e sport.

Sono un fisioterapista e ogni settimana vedo decine di persone che soffrono di dolori muscolari o articolari di ogni tipo. A ognuna di loro consiglio di iniziare o continuare a fare attività fisica. Un’attività fisica svolta in modo regolare aiuta a migliorare il metabolismo basale, riduce i livelli di stress, aiuta a regolare la sensazione di fame e sazietà, migliora l’igiene del sonno; oltre a questo è risaputo come l’attività fisica è utile per curare depressione e sintomi associati, diminuisce il rischio di sviluppare artrosi e osteoporosi, riduca l’insorgenza di tumori, e la probabilità di sviluppare la malattia di Alzhaimer e riduce il rischio di morte del 27%. Insomma non esistono lati negativi nell’iniziare a fare attività fisica.

Negli ultimi anni mi sono specializzato nel running. La corsa è uno sport accessibile a tutti! Si può fare quando si vuole, dove si vuole, non serve attrezzatura particolare (parleremo anche delle scarpe migliori). L’unico problema della corsa, e dell’attività fisica in generale, è che si può incorrere in un infortunio.

Per questo a FisioSprint abbiamo avuto l’idea di “SPRINT Iniziale”: un corso strutturato in 8 settimane con 5 incontri dal vivo, in cui sarai seguito passo passo, riceverai informazioni fondamentali per inziare a correre, la corretta tecnica, la giusta programmazione, e passarai dal divano a correre 30 minuti di fila! Ti sorprenderai di te stesso, e sarà una botta di autostima e salute incredibile.

Cosa prevede nello specifico SPRINT Iniziale?

SPRINT Iniziale è un corso per iniziare a correre in sicurezza. Unisce le conoscenze di un fisioterapista (docente e responsabile de La Clinica Del Running), una laureata in Scienze Motorie e un Nutrizionista (entrambi specializzati nel mondo dello sport e della corsa), per fornirti un programma mirato e scientifico. Il corso consiste in 5 incontri dal vivo:

  • Nel primo incontro analizzeremo le vostre abitudini e vi daremo indicazioni importanti per iniziare a correre in sicurezza
  • Nel secondo incontro analizzeremo i benefici dell’attività fisica e capire come non esistono esercizi giusti o esercizi sbagliati. Tutto dipende da quanto e come si fanno
  • Nel terzo incontro parleremo di quando eseguire esercizi di forza, stretching, riscaldamento e tutto ciò che ruota intorno all’allenamento
  • Nel quarto incontro parleremo di nutrizione: regole generali e come ottimizzare al megio l’allenamento
  • Il quinto e ultimo incontro sarà una festa: sarai riuscito a raggiungere il tuo obiettivo, analizzeremo l’andamento dei tuoi allenamenti e parleremo di come proseguire per il resto della tua vita

L’attività fisica è una botta di autostima e benessere, ricorda: non esiste e non esisterà mai un farmaca che garantisca una buona salute come un programma di esercizio fisico che duri per tutta la vita!

 

Quando?

Gli incontri saranno il giovedì (tranne il secondo incontro che sarà di mercoledì) sera alle 19:00. Il primo incontro sarà il 18 aprile; poi a seguire 24 aprile, 2 e 16 maggio, e l’ultimo incontro il 13 giugno. Sarai pronto per l’estate!

Dove?

Tutti gli incontri si svolgeranno presso FisioSprint, Viale Po 33, Crescentino (VC) 13044

Quanto costa?

Partiamo subito con il dire che il costo di SPRINT Iniziale è di 90€ (spesa medica detraibile). Il corso comprende i 5 incontri in studio, la tabella di allenamento che ti porterà a correre 30′ di fila, un monitoraggio continuo e costante in questi due mesi, la possibilità di chiedere chiarimenti e delucidazioni anche a distanza degli incontri programmati.

A chi è rivolto?

A tutti. La corsa, nonostante tantissimi falsi miti che corrono sul web o nel famosissimo “sentito dire”, è uno sport sicuro e adatto a tutti. Non è necessario fare già attività fisica o essere in perfetta salute per iniziare. L’idea di massima è che per iniziare a correre si debba riuscire a camminare almeno 30 minuti a un buon passo.

Che scarpe mi servono e cosa devo portare?

Non sono necessarie le ultime scarpe da 250€ per iniziare a correre. Porta delle scarpe da ginnastica leggere e nel primo incontro capiremo meglio quali sono le scarpe migliori per iniziare. Per il resto non serve abbigliamento particolare o costoso per correre. Durante il primo incontro faremo una piccola parte pratica, durante gli incontri successivi invece faremo anche alcuni esercizi pratici; quindi, se ti è possibile, presentati in tenuta comoda.

Serve un certificato medico per partecipare a SPRINT Iniziale?

No, non è richiesto il certificato medico di idoneità sportiva. L’attività che vi proponiamo è molto graduale e non ha alcuna indicazione sportiva. Chiaramente fare dei controlli sulla propria salute è importante e utile e vi invitiamo a prendervi cura di voi. Però ricorda: sedentarietà, sovrappeso e mancanza di attività fisica sono invece dei fattori di rischio molto importanti nello sviluppare patologie. A voi le dovute conclusioni.

Se non posso partecipare a un incontro?

In caso di non partecipazione a uno o più incontri non è previsto nessun rimborso. Se si salta un incontro però, si riceve un buono da 15€ da utilizzare in qualsiasi attività presente da FisioSprint: visita fisioterapica, ginnastica posturale o valutazione nutrizionale.

Come faccio a iscrivermi?

Iscriversi è semplicissimo! si può inviare una email a info@fisiosprint.it oppure chiamare o inviare un WhatsApp a 0161 1706346

 

Se vuoi iscriverti, compila questo modulo, Grazie.

 

Hai altri dubbi o curiosità?

Contattaci

La CADENZA

La CADENZA – IL VOCABOLARIO DEL RUNNER

La CADENZA

La cadenza è un parametro biomeccanico molto importante. Probabilmente il più importante da considerare per performance, prevenzione e gestione degli allenamenti.

La cadenza è il numero di passi che si fanno in ogni minuto di corsa. La media dei runner amatoriali va dai 145 ai 165 passi al minuto. La media degli atleti di élite varia tra i 170 e i 190. Si potrebbe pensare che ciò sia dovuto alla velocità, ma in relata non è così. Nei runner professionisti c’è una minima variabilità del numero di passi al minuto e rimangono sostanzialmente uguali sia che corrano a 3’ a Km, sia che corrano a 6’ a Km. Nei runner principianti invece c’è una grande variabilità in base alla velocità.

La CADENZA

Il grafico mostra appunto come nei runner amatoriali o principianti ci sia una grande variabilità nella cadenza, mentre, gli atleti professionisti e chi corre scalzo, non hanno grande differenza.

Questo vuol dire che tutti dovrebbero correre a 180 passi al minuto?

No. Però ci sono alcuni fattori da considerare.

La scarpa altera la biomeccanica di corsa. Chi corre con scarpe moderne e ammortizzate tende ad avere un appoggio di tallone e una cadenza bassa. Gli stessi runner, se si tolgono le scarpe e iniziano a correre a piedi nudi aumentano spontaneamente il numero di passi fino a circa 180 al minuto.

Per chi ha una cadenza bassa (circa 150/160 passi al minuto) può essere utile aumentare la cadenza: perché?

Come detto all’inizio, la cadenza risulta un parametro molto importante per gestire la biomeccanica del runner. Chi corre con una cadenza bassa tendenzialmente presenta un attacco al suolo di tallone, un appoggio molto lontano dal centro di gravità e grande oscillazione verticale. Questo si traduce in maggiori traumi nel momento dell’impatto al suolo, maggiori forze frenanti e un dispendio di energia maggiore.

Immaginate un quadrato e un ottagono che rotolano alla stessa velocità: il quadrato quando atterra al suolo arriverà con una forza maggiore e per poter ripartire necessiterà di maggior forza. Viceversa l’ottagono, farà più passi per andare alla stessa velocità e avrà forza di contatto al suolo più deboli e necessiterà di meno forza per ripartire. A questo link un video che meglio spiega questo concetto.

L’aumento della cadenza ha quindi un effetto anche sulla performance. Riducendo le forze di frenata e il dispendio energetico migliora l’economia di corsa. Inoltre aumentare la cadenza significa avere tempi di contatto al suolo minori e minor dispendio muscolare.

Consigli:

Sei un principiante, o un runner poco esperto (1/2 uscite a settimana da meno di un anno)? Se sì, inizia con gradualità, seguendo uno specifico PROGRAMMA PER INIZIARE A CORRERE, e inizia cercando di tenere una cadenza alta.

Corri da diverso tempo con regolarità e non hai infortuni? Cambiare rappresenta sempre un rischio. Quindi il consiglio è di effettuare una valutazione del gesto della corsa e, insieme, capiremo se e come cambiare la cadenza per migliorare la performance e prevenire gli infortuni.

 

Vuoi capire se la tua cadenza è corretta o se invece dovresti cambiare qualcosa nella tua biomeccanica di corsa? Chiama il 349 3539959 oppure scrivi a info@fisiosprint.it per effettuare una valutazione specifica.

 

Vuoi sapere altre curiosità del mondo del running? Segui la pagina Facebook e Instagram e visita il Blog del sito.

La velocità aerobica massima

La VAM – IL VOCABOLARIO DEL RUNNER

IL VOCABOLARIO DEL RUNNER

 

La VAM

La Velocità Aerobica Massima (VAM) è la velocità massima alla quale un runner raggiunge il massimo consumo di ossigeno. Sotto questa velocità il metabolismo è di tipo aerobico, al di sopra, non potendo utilizzare maggiore ossigeno, si utilizzerà la fermentazione lattatica e si ha quindi un metabolismo anaerobico.

Il calcolo della VAM risulta molto importante per stilare un programma di allenamento efficace. Inoltre risulta più efficace dell’utilizzo della Frequenza Cardiaca (FC) per calcolare le zone di lavoro.

La Velocità Aerobica Massima si può calcolare in diversi modi, ma i più facili da utilizzare, e al contempo precisi, sono:

  • Test sui 1500m: il test prevede di correre 1500m alla massima velocità. Per calcolare la VAM si utilizzerà la formula VAM=dove sec indica il tempo, in secondi, impiegato per percorrere i 1500m. Il risultato sarà espresso in Km/h.

 

  • Test di VAMEVAL: è un test progressivo e si esegue in pista con dei riferimenti ogni 20m. Dei segnali sonori indicano la velocità da seguire e la velocità aumenta di 0,5 Km/h ogni minuto. Si inizia a 8 Km/h per i runner principianti, 10 Km/h per gli amatori e 12 Km/h per i più esperti. Il test termina quando l’atleta non riesce più a seguire l’incremento della velocità. L’ultimo minuto completato indica la VAM. In alternativa si può eseguire il test sul tapis roulant su cui su può mantenere la velocità costante e quindi il consiglio è di impostare la salita all’1%.

 

A cosa serve?

Soprattutto per i runner amatoriali potrebbe essere utile effettuare tutti e due questi test per avere un risultato più preciso.

Il calcolo della VAM risulta molto importante per impostare allenamenti specifici e per migliorare la performance, soprattutto sui 5/10Km.

Le zone di intensità in base alla VAM sono:

Zona 1 Zona 2 Zona 3 Zona 4 Zona 5
% VAM Da 50 a 60% Da 60 a 70% Da 70 a 80% Da 80 a 90% Da 90 a 100%

 

Prendiamo ad esempio un runner che uno abbia una VAM di 15 Km/h (4 minuti/Km), le zone sarebbero: Zona 1 tra gli 8:00 e i 6:40 a Km, Zona 2 tra i 6:40 e i 5:43 a Km, Zona 3 tra i 5:43 e i 5:00 al Km, Zona 4 tra i 5:00 e i 4:27 al Km, Zona 5 tra i 4:27 e i 4:00 al Km.

Ricordiamo che l’allenamento dovrebbero essere fatto stando per l’80% del tempo in Zona 1/2 e per il 20% in Zona 4/5.

 

Consigli pratici:

 

La Velocità Aerobica Massima è molto utile per eseguire allenamenti al fine di migliorare la performance come:

  • 5 volte i 400m per 2 serie, con recupero passivo di 2 minuti da un 400 e l’altro e 3 minuti tra le due serie.
  • Lavori piramidali dai 100m ai 500m con recupero crescente all’aumentare della velocità

Gli allenamenti sono impegnativi e vanno ripetuti una, massimo due, volte a settimane; quindi, è meglio se vi fate seguire da allenatori o professionisti specializzati.

 

Vuoi sapere altre curiosità del mondo del running? Segui la pagina Facebook e Instagram e visita il Blog del sito.

Per avere altre informazioni sulla VAM e eseguire un test in studio, chiama il 349 3539959 oppure scrivi a info@fisiosprint.it

 

 

 

LA SCARPA GIUSTA PUÒ PREVENIRE GLI INFORTUNI?

LA SCARPA GIUSTA PUÒ PREVENIRE GLI INFORTUNI?

 

La corsa è l’attività fisica più diffusa al mondo. Chi la pratica ne trae numerosi vantaggi sulla salute generale e sulla qualità di vita. Nonostante questo, però, la corsa non è esente da infortuni. In base alla popolazione indagata e al tipo di studio scientifico tra il 20% e il 90% dei runner si infortuna ogni anno. La corsa è uno sport molto ripetitivo e difatti circa l’80% di tutti gli infortuni è dato da un sovraccarico. L’insorgenza di un infortunio ha quasi sempre una causa multifattoriale (genetica, storia di precedenti infortuni, errori di allenamento, scarpe, etc), ma i ricercatori scientifici sembrano concordi nell’attribuire agli errori di allenamento e ai cambi di abitudini improvvisi la responsabilità maggiore.

Nella pratica però, quando si domanda quale potrebbe essere la causa dell’infortunio, quasi sempre la risposta è la scarpa; e di questo possiamo trovare testimonianza sui blog o nelle discussioni sui social. Ma la scarpa giusta può prevenire gli infortuni?

 

EVOLUZIONE

L’uomo ha iniziato a camminare su due gambe circa due milioni di anni fa, e si è evoluto fino a essere l’animale più resistente sulle lunghe distanze, facendo della corsa il proprio punto forza evolutivo. Ha sempre corso scalzo o con scarpe molto minimaliste; solo negli ultimi 30/40 anni si sono sviluppate le scarpe “moderne”. Può sorprendere ma nonostante l’evoluzione tecnologica degli ultimi 40 anni la percentuale di runner che ogni anno si infortuna è rimasta invariata.

La ricerca scientifica ha dimostrato come la scarpa alteri la biomeccanica di corsa. Tra i runner che corrono scalzi o con scarpe minimaliste quasi tutti corrano di avampiede, mentre chi corre con scarpe moderne quasi sempre appoggia prima con il tallone.  Le industrie produttrici continuano a vendere modelli sempre più tecnologici per limitare gli infortuni, ma alcuni scettici hanno incominciato a pensare che l’interferenza che  la scarpa crea tra il piede e il terreno aumenti la probabilità di infortunio. Ma come stanno realmente le cose?

 

Questo articolo, che prende spunto dallo studio scientifico di Malisoux, vuole essere un aiuto per runner, allenatori, medici e fisioterapisti che si trovano ad affrontare un infortunio e vogliono capire se la scarpa possa o meno essere d’aiuto.

Il peso specifico che ogni runner dà alla scarpa è fortemente influenzato dalle importanti e ben strutturate campagne pubblicitarie che le grandi multinazionali operano in questo senso. Lo sviluppo tecnologico ha generato scarpe sempre più complesse e con nuovi e numerosi parametri che rendono l’acquisto di una nuova scarpa molto difficile: drop, ammortizzazione, intersuola, rigidità, sistemi di antipronazione, tecnologie, minimalismo, peso, battistrada, tomaia.

Capire come una determinata scarpa o un determinato modello possa interferire con l’insorgenza di un infortunio è impossibile, quindi parleremo di caratteristiche generali comuni a molti modelli.

 

PRESCRIZIONE DELLA SCARPA IN BASE ALLA MORFOLOGIA DEL PIEDE

Le patologie da sovraccarico nei runner occorrono per uno sbilanciamento tra carico dell’allenamento e la capacità di tollerare tale carico da parte dei tessuti. La capacità di assorbire e mitigare le forze provenienti dal terreno risulta quindi molto importante. Per questo motivo sono state sviluppate scarpe che andassero a mitigare le forze esterne del terreno aumentando l’ammortizzazione e facilitando il lavoro del piede. Possiamo distinguere tre tipologie di scarpe: (1) scarpe ammortizzate, adatte per chi ha un accentuato arco plantare, il piede rigido e poca pronazione; (2) scarpe stabili, con un po’ di ammortizzazione e un po’ di controllo motorio, utili per chi ha un piede neutro; (3) scarpe con controllo motorio, con una suola più rigida, un sistema antipronazione e un rinforzo sul tallone, utili per chi ha il piede piatto e per chi ha un’eccessiva pronazione.

Diversi studi su più di 7000 runner hanno analizzato se ci fosse differenza di infortuni tra runner a cui veniva assegnata una scarpa in base alla morfologia del piede (cavo, neutro o piatto) e runner in cui invece veniva data una scarpa a caso. I risultati non hanno dimostrato differenze tra i due gruppi, entrambi si infortunavo allo stesso modo.

Finora, nessuna prova scientifica indica che la prescrizione di scarpe in base alla morfologia del piede sia in grado di ridurre gli infortuni. Questo non vuol dire che sia irrilevante, ma che probabilmente gioca un ruolo marginale nella prevenzione infortuni.

 

MORFOLOGIA DEL PIEDE E TIPO DI SCARPE

Una credenza molto comune racconta di come l’anatomia del piede sia correlata con gli infortuni; e cioè che avere il piede pronato o che prona durante la corsa sia causa di infortunio. Uno studio prospettico, che ha seguito quasi mille runner per un anno, non ha mostrato differenza nell’insorgenza di infortuni tra chi ha differenti morfologie di piede. Inoltre, altri studi hanno evidenziato che le scarpe che hanno tecnologie di controllo della pronazione (A4) in realtà non riescano a cambiare il movimento del piede durante la corsa. C’è da dire però, che un recente studio ha mostrato, per la prima volta, come nei runner che hanno il piede pronato possa essere utile prescrivere scarpe con controllo motorio. I risultati però sono minimi e ancora da verificare con ricerche future.

In sintesi, probabilmente potrebbero essere indicato suggerire a runner con pronazione di utilizzare scarpe con tecnologia di controllo del movimento e supporto sulla volta plantare.

 

CAPACITÀ DI ATTENUERE LE FORZE DI IMPATTO

Le industrie di scarpe, insieme all’ingegneria dei materiali, hanno creato negli ultimi anni delle intersuole e piastre che messe nelle suole delle scarpe permettono, a loro dire, di attenuare le forze di reazione dal terreno, limitare gli stress sugli arti inferiori e quindi prevenire gli infortuni. Anche in questo caso, studi scientifici non hanno dimostrato differenze di infortuni tra chi aveva scarpe con intersuola e chi non l’aveva. In un recente studio, si è visto, a differenza della credenza comune, che l’ammortizzazione probabilmente gioca un ruolo protettivo maggiore in persone leggere, mentre le persone pesanti hanno una tecnica di corsa più “morbida” e quindi hanno maggiori benefici con scarpe meno ammortizzate.

Non è vero che più sei pesante e più necessiti di scarpe ammortizzate, mentre potrebbero essere utili per runner leggeri.

 

IL DROP

Uno degli aspetti della scarpa conosciuto alla grande maggioranza è il drop: cioè la differenza di altezza che c’è tra il tallone e la punta della scarpa. Studi condotti su centinaia di runner hanno mostrato come in runner occasionali o principianti si verifichino meno infortuni con scarpe basse (drop 0 o 6cm), mentre in chi corre abitualmente si verificano meno infortuni con scarpe con drop maggiore (10cm).

Quindi l’indicazione è di iniziare con scarpe basse per i principianti, e continuare a usare le scarpe abituali per chi corre da tempo. Si potrebbe pensare, però, che anche i runner esperti, se effettuano una transizione graduale verso il drop 0 e non istantanea (come nello studio indicato), possano beneficiare di questo e ridurre il rischio di infortuni.

 

ETÀ E DURATA DELLA SCARPA

La credenza comune è che la scarpa vada cambiata spesso (dai 400 ai 600Km) perché dopo perde qualità e quindi aumenta la possibilità di infortunarsi. Ci sono pochi studi scientifici su questo argomento e i risultati sono contrastanti e poco chiari. Il degrado delle scarpe e delle tecnologie all’interno della scarpa non sembra avere effetti negativi sull’insorgenza degli infortuni. Da un punto di vista scientifico non si hanno indicazioni certe su quando e come cambiare le scarpe da running.

Il comfort e la sensazione dell’atleta sembrano i fattori più importanti per cambiare la scarpa e non tanto i Km percorsi.

 

MARCA E COSTO DELLE SCARPE

Una domanda banale ma pragmatica potrebbe essere se un determinato brand oppure se scarpe più costose prevengono gli infortuni. Non ci sono studi che confrontano brand o costo delle scarpe e insorgenza di infortuni. In alcuni studi hanno fatto misurare e provare delle scarpe a persone rese “cieche” e si è notato che i partecipanti non riuscivano a trovare differenze nel comfort o nella ammortizzazione tra scarpe molto economiche o scarpe molto costose.

In definitiva si può concludere che il costo e il modello delle scarpe non hanno alcun legame con l’insorgenza di infortuni.

 

CORRERE SCALZI E CON SCARPE MINIMALISTE

La prima domanda che voglio farvi è: perché ognuno di noi deve correre con le scarpe nei piedi? Le evidenze scientifiche ci dicono che correre scalzi fa atterrare maggiormente sull’avampiede e con una cadenza più alta, e questo diminuisce le forze sulle tibie, sulle ginocchia, sull’anca e sulla schiena; viceversa aumenta le forze a livello del tendine di Achille e sul piede. Quindi, correre scalzi o con scarpe minimaliste previene gli infortuni? Un solo studio ha cercato di rispondere a questa domanda e la risposta che ha trovato è che dopo un anno non c’è differenza di infortuni tra chi corre scalzo e chi corre con le scarpe. Altri studi hanno mostrato che correre con scarpe molto minimaliste (FiveFingers o similari) aumenta il rischio di infortunarsi, si tratta però di studi effettuati su un campione molto ridotto e di scarsa qualità scientifica.

In definitiva non ci sono studi fatti bene e conclusioni definitive che ci facciano dire se correre scalzi, o con scarpe minimaliste, sia meglio o peggio rispetto che correre con scarpe tradizionali.

 

DIREZIONI FUTURE

Il marketing delle case produttrici di scarpe è cresciuto a dismisura negli ultimi anni, e il record del mondo della maratona di Kipchoge ha dato ancora più risalto al “mito” della scarpa. La linea di sviluppo tecnologico è quasi sempre improntata alla performance, molto poco invece nella prevenzione infortuni. Tante credenze comuni sono totalmente viziate da campagne atte a propinare il nuovo modello di scarpa ai runner. Le case produttrici non hanno alcun interesse a fare studi sulla prevenzione infortuni e manca una direzione comune per gli sviluppi futuri. Per questo motivo dovrà essere la scienza, nei prossimi anni, ad affrontare tutti quegli aspetti a oggi poco chiari. Anche perché ci sarebbero anche altri aspetti da indagare nel confronto scarpe/infortuni.

 

CONCLUSIONI

Abbiamo visto che tante credenze sono in realtà tramandate senza basi scientifiche alle spalle e quindi sbagliate. Probabilmente per alcuni sottogruppi di runner potrebbero essere utili delle scarpe specifiche. Inoltre possiamo essere abbastanza tranquilli a suggerire scarpe con drop 0 a runner principianti o occasionali. L’ammortizzazione delle scarpe potrebbe avere un ruolo protettivo nei runner leggeri, meno in quelli più pesanti. Quasi tutte queste indicazioni però sono incerte e necessitano di studi futuri che le sostengano, e capire il ruolo della scarpa nello sviluppo di un infortunio rimane molto difficile. L’insorgenza di un infortunio è frutto di tante concause: caratteristiche genetiche, errori di allenamento, scarpe, tecnica di corsa, etc. In questa complessità possiamo dire che la scarpa gioca un ruolo marginale rispetto agli altri aspetti; l’importanza data alla scarpa nella prevenzione degli infortuni è sicuramente esagerata.

Alla luce di questo articolo, alcune semplici raccomandazioni che accompagnano la scelta della scarpa da running sono: scegliere la scarpa in base al comfort, scegliere con cura una nuova scarpa, avere periodi di transizioni adeguati e ascoltare il proprio corpo durante gli allenamenti. La ricerca deve fare studi di confronto includendo tanti runner, ma la verità è che ogni atleta è unico. Bisogna trovare la strada giusta in base a tanti fattori individuali e l’educazione da parte di fisioterapisti o allenatori è fondamentale per guidare il runner al meglio verso la scarpa più appropriata a lui.

 

BIBLIOGRAFIA

Laurent Malisoux , Daniel Theisen. Can the “Appropriate” Footwear Prevent Injury in Leisure-Time Running? Evidence Versus Belief

J Athl Train. 2020 Oct 16;55(12):1215-1223. doi: 10.4085/1062-6050-523-19.

Corso online per iniziare a correre

CORSO ONLINE PER INIZIARE A CORRERE

Il principale Corso ONLINE per iniziare a correre

La mia esperienza e la mia professionalità, grazie alla collaborazione con LaClinicaDelRunning, al vostro servizio. Il mio interesse verso il mondo del running mi ha portato a specializzarmi nella gestione e nella prevenzione delle principali patologie del runner. Inoltre ho sviluppato una metodologia per gestire l’atleta a 360°: potete scoprire di più nella sezione dedicata alla corsa.

8 LIVE in cui andremo ad affrontare vari aspetti del mondo del running: come iniziare senza infortuni, le scarpe, lo stretching, l’analisi biomeccanica, l’alimentazione, l’allenamento della forza, i falsi miti.

Alla fine di ogni presentazione vi propongo una tabella per chi vuole iniziare a correre in sicurezza e passare dal divano a correre per 30 minuti di fila.

Qui il PDF per Iniziare a Correre

 

Ogni settimana svelerò gli argomenti delle LIVE successive. Per vederle direttamente, per non perdervi nulla e avere la possibilità di farmi le domande in LIVE, seguite la pagina Facebook FisioSprint

 

INIZIAMO A CORRERE INSIEME

1) Nel primo appuntamento del “corso ONLINE per iniziare a correre” capiamo come passare da 0 a 30 minuti di corsa nel corso di 8 settimane. In questo video affrontiamo quali sono gli infortuni più frequenti, come possiamo prevenirli e come riuscire a gestire tutti gli aspetti della corsa per poter iniziare in sicurezza, perché alla fine la corsa è SALUTE.

 

2) Nel secondo appuntamento parliamo di scarpe da running e capiamo come scegliere il paio più adatto, le strategie di marketing che stanno dietro alle pubblicità e quali invece sono gli aspetti importanti da considerare. La scienza deve essere la strada giusta per guidarci nella maniera più sicura.

 

3) Nel terzo appuntamento parliamo di stretching e andiamo a capire quando farlo e quando no, quali esercizi sono migliori per chi corre e invece quali vanno evitati. In un mondo in cui esistono tanti guru e falsi miti, chiediamo sempre aiuto alla scienza per capire cosa realmente ci serve.

 

4) Quarto appuntamento del corso “INIZIAMO A CORRERE INSIEME”. Oggi parliamo di biomeccanica di corsa, e quali tecniche sono più efficienti e quali invece lo sono meno. Capiamo insieme se ha senso cambiare tecnica di corsa e se sì quando. La tecnica di corsa perfetta esiste?

 

5) Quinto appuntamento del corso “INIZIAMO A CORRERE INSIEME”. Analizziamo l’allenamento della forza, e quanto è importante allenare la forza per chi corre, quali sono le strategie migliori di allenamento e perché, a volte, correre meno significa correre meglio.

 

6) Sesto appuntamento del corso “INIZIAMO A CORRERE INSIEME”. Grazie all’aiuto della Dott.ssa CANIL Stefania capiamo come l’alimentazione e uno stile di vita sano possano influenzare la nostra vita e l’attività fisica. Cosa dobbiamo mangiare prima di un allenamento e quali accorgimenti dobbiamo avere se ci si allena la sera o la mattina?

7) Settimo appuntamento del corso “INIZIAMO A CORRERE INSIEME”. Parliamo del tasto dolente di tutti gli sportivi: gli infortuni. Esiste la bacchetta magica? Quali strategie sono le più efficaci per prevenire gli infortuni? Scopriamolo insieme

8) Ottavo appuntamento del corso “INIZIAMO A CORRERE INSIEME”. Nell’ultimo appuntamento parliamo di falsi miti e realtà nel mondo del running. In particolare vi lascio le 10 regole d’oro per un runner! Scoprile nel video

INIZIAMO A CORRERE INSIEME: lo sport è vita

VIVERE MEGLIO E PIÙ A LUNGO

Le malattie croniche sono causa di morte per circa 40 milioni di persone ogni anno (circa il 70% di tutti i decessi a livello globale). E il 15% delle morti, in Italia, sono causate dalla sedentarietà.

In questo articolo daremo sane informazioni su diabete, malattie cardiovascolari, respiratorie, tumori, e su un corretto stile di vita.

Una recente pubblicazione apparsa sul British Medical Journal afferma che

  1. non fumare,
  2. limitare l’assunzione di bevande alcoliche,
  3. fare attività fisica regolare,
  4. mantenere un peso corporeo adeguato
  5. mangiare cibo sano,

permette non solo di allungare, ma anche di migliorare la qualità di vita.

Risultato immagini per ATTIVITà fisica

La notizia può essere commentata come: 

“Ohibò, che vita amara!”

oppure 

“Beh, abbiamo scoperto l’acqua calda!”

E’ vero: si tratta di raccomandazioni scontate, ma la portata innovativa della ricerca pubblicata nel 2020 sul BMJ sta nell’evidenziare che alcuni fattori non solo influiscono sull’aspettativa di vita ma, associati fra loro, hanno una significativa incidenza sugli anni di vita senza malattie. 

In accordo con lo slogan: “Aggiungere vita agli anni e non anni alla vita!” 

I ricercatori hanno studiato i dati provenienti da un campione di oltre 100mila individui in un periodo compreso tra il 1980 e il 2014. Hanno esaminato persone non  fumatrici, con un Body Mass Index compreso tra 18.5 e 24.9, praticanti attività fisica da moderata a intensa per almeno 30 minuti al giorno, con minima assunzione di alcool e con una dieta sana. Elementi che hanno chiamato “fattori di stile di vita a basso rischio”.

Il risultato è stato che questi cinque fattori associati aiutano a vivere più a lungo e meglio, riducendo il rischio di malattie croniche. Ne consegue una migliore qualità di vita.

A titolo esemplificativo è emerso che per le donne che non adottano alcuno dei cinque fattori l’aspettativa di vita senza diabete di tipo 2 o malattie cardiovascolari è di 73 anni , mentre per chi ne adotta 4 su cinque, l’aspettativa è di 84 anni. Per gli uomini l’aspettativa è 81 anni.

Ma quanto esercizio fisico è raccomandato? Tra i 150 e i 300 minuti di moderata attività aerobica a settimana o tra i 75 e i 150 minuti di attività aerobica intensa. In aggiunta esercizi di rinforzo muscolare due o più giorni.

Va evidenziato peraltro che l’esercizio fisico, associato anche solo a uno o due dei fattori sopra descritti, permette comunque di aumentare gli anni di vita senza tumori, malattie cardiovascolari o diabete di tipo II, anche se i miglioramenti più significativi sono stati riscontrati in coloro che li hanno “adottati”  tutti e cinque.

Risultato immagini per cibo sano

L’adozione di uno stile di vita salutare arreca benefici non solo al singolo individuo ma all’intera collettività, riducendo la spesa sanitaria ed incrementando l’efficienza del sistema sanitario.

Le politiche nazionali per migliorare un’aspettativa di vita libera da patologie che ne inficiano la qualità non dovrebbero quindi limitarsi a misure interdittive (quali ad esempio il divieto di fumare in luoghi pubblici) ma promuovere una sana alimentazione ed un corretto esercizio fisico.

A voi la scelta se andare a correre o farvi una birra al pub (rischiando il coronavirus).

(Healthy lifestyle and life expectancy free of cancer, cardiovascular disease, and type 2 diabetes: prospective cohort study, BMJ, Published 08 January 2020)