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Protesi di ginocchio

PROTESI DI GINOCCHIO

COSA FARE PRIMA DELL’INTERVENTO DI PROTESI AL GINOCCHIO?

Come abbiamo già visto nell’articolo sull’artrosi (recuperalo qui), l’artrosi non è sempre dolorosa e prima di effettuare l’intervento chirurgico di protesi di ginocchio bisognerebbe effettuare un percorso di fisioterapia e riabilitazione per cercare di migliorare la propria condizione fisica, la forza muscolare e, se in sovrappeso, intraprendere una dieta ipocalorica (se sei alla ricerca di un professionista prenota una visita con il Dott. Lenzi).

Anche se questo percorso non riuscirà a risolvere il problema e bisognerà quindi andare in sala operatoria, tutti gli esercizi svolti prima dell’intervento di protesi di ginocchio aiuteranno e velocizzeranno la ripresa dopo l’operazione.

I PRIMI GIORNI DOPO L’OPERAZIONE

La protesi di ginocchio non comporta grossi problemi da un punto di vista di attenzione o limitazioni nei primi giorni, come invece succede per la protesi d’anca. Però risulta essere molto dolorosa, soprattutto le prime settimane. Le linee guida consigliano l’utilizzo del ghiaccio nei primi giorni post intervento perché riducono l’assunzione di farmaci. Inoltre bisognerebbe iniziare il prima possibile, già in ospedale, la riabilitazione per iniziare a muovere l’articolazione, limitare il gonfiore e l’atrofia muscolare. Più l’articolazione era bloccata prima dell’intervento di protesi di ginocchio, più sarà difficile recuperare il movimento completo. Per recuperare il movimento e limitare le rigidità risulta importante trattare anche la cicatrice, una volta rimossi i punti.

Per quanto riguarda la forza si può iniziare fin da subito a effettuare esercizi di forza per i muscoli della coscia, del gluteo e dei polpacci. Questo aiuterà una più rapida accettazione del carico. Inizialmente è consigliato l’utilizzo di stampelle e bisogna prestare attenzione agli esercizi che mettono stress sull’articolazione. Mano a mano che la forza aumenta e il paziente avrà più sicurezza nel mettere tutto il proprio peso su una gamba sola, si deve iniziare a lavorare sul commino e eliminare tutte le zoppie che ci sono inizialmente, fino a eliminare le stampelle.

NEL LUNGO PERIODO?

La protesi di ginocchio, se gestita bene all’inizio, non da problemi nel lungo periodo. La “vita” di una protesi di ginocchio è lunga e può durare in alcuni paziente 25/30 anni, e anche di più. Dopo un primo periodo di 2/3 settimane, che di solito viene svolto in ospedale o in strutture pubbliche, il paziente viene mandato a casa. Attenzione però! La riabilitazione non è finita. Il paziente dovrà continuare a effettuare esercizi di rinforzo sempre più mirati a quelle che sono le sue capacità. Per pazienti più giovani sarà importantissimo continuare a fare esercizio fisico, anche intenso, e quindi andare in palestra, continuare a correre, andare in bicicletta, e fare esercizi intensi; per quelli più anziani gli esercizi vanno calibrati in base alla loro situazione ma comunque devono mirare a un miglioramento della condizione fisica e della loro salute.

CONCLUSIONE

In conclusione l’intervento di protesi di ginocchio può essere la soluzione per quei pazienti che, nonostante fisioterapia, esercizi e dieta, continuano ad avere dolore. I primi giorni dopo l’intervento possono essere molto dolorosi e recuperare il movimento è complicato se prima dell’operazione si era già molto rigidi. Bisognerebbe iniziare la fisioterapia il prima possibile, continuare a scvolgere esercizi, anche intensi e faticosi, fino a che non si raggiunge il livello di autonomia sperato, e in quel momento continuare in autonomia con costanza e dedizione a prendersi cura della propria salute.

 

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Artrosi

ARTROSI

COS’È L’ARTROSI?

L’artrosi è il disturbo articolare cornico più diffuso al mondo. Se vogliamo riprendere una definizione recente è: “una condizione comune caratterizzata da dolore articolare e rigidità con conseguenze rilevanti sulla funzionalità, restringendo significativamente le ADL e spesso porta ad una riduzione della qualità della vita”.

Attenzione però: non sempre è dolorosa! L’artrosi può essere considerata un processo di invecchiamento dell’articolazione. Così come invecchiando perdiamo i capelli, o diventano bianchi, oppure ci vengono le rughe, così anche le superfici articolari diventano più frastagliate, meno lisce e si deformano; il problema è che però alcune volte l’artrosi da dolore.

Già a 45 anni circa il 30% della popolazione presenta segni di artrosi all’anca o al ginocchio, e la percentuale aumenta con l’aumentare dell’età. Per fortuna però meno del 50% ha dolore.

 

COME SI PREVIENE E QUALI FATTORI SONO INVECE PERICOLOSI?

Pur essendo una condizione quasi fisiologica e legata all’invecchiamento, ci sono fattori protettivi e altri che invece accelerano le deformazioni articolari.

La conformazione anatomica, la genetica sfavorevole, aver subito traumi articolari o interventi chirurgici in giovane età, sono tutti fattori che possono peggiorare la progressione, ma su cui, purtroppo, non possiamo farci nulla.

Possiamo però rallentare la progressione avendo uno stile di vita sano. Sappiamo che le persone che praticano sport che prevedono un carico articolare, come la corsa, hanno un rischio minore del 70% di sviluppare artrosi dolorosa. Inoltre la nutrizione è fondamentale: essere in sovrappeso o obesi, o avere patologie metaboliche come diabete, dislipidemia o ipertensione, peggiora la progressione e il dolore.

Concentriamoci su fattori che possiamo modificare e su cui possiamo avere l’ultima parola. Per prevenire bisogna stare in salute, praticare attività fisica e controllare il peso corporeo.

 

COME SI TRATTA L’ARTROSI?

Sono stati proposti tanti trattamenti per l’artrosi, alcuni più efficaci, altri invece inutili. Partiamo da quelli più utili:

ESERCIZIO FISICO: l’esercizio fisico è certamente il trattamento più sicuro e migliore da intraprendere se si soffre di artrosi. Indipendentemente dall’età e della proprie capacità bisogna iniziare a dare movimento all’articolazione e rinforzare la muscolatura. Anche in età molto avanzata i nostri tessuti si modificano e si adattano agli stimoli che gli diamo. Chiaramente l’esercizio va individualizzato e deve essere mirato alla propria condizione e alle proprie capacità. (Vuoi iniziare a correre? Inizia da qui!)

NUTRIZIONE: anche in questo caso la comunità scientifica è certa: bisogna controllare la bilancia se siamo in sovrappeso o obesi e soffriamo di dolore articolare. (Sei alla ricerca di un nutrizionista? Prenota una visita con il Dott. Lenzi!)

EDUCAZIONE: l’educazione da sola non è sufficiente, ma il paziente va guidato, seguito e educato attraverso il suo percorso riabilitativo. Ci possono essere dei periodi di benessere, seguiti da peggioramenti improvvisi. L’artrosi può essere molto dolorosa, e non sempre possiamo controllarla. Sapere come gestire i momenti più dolorosi e quelli in cui riusciamo a muoverci con meno fatica è importantissimo.

FARMACI: l’utilizzo dei farmaci per trattare l’artrosi non trova tutti d’accordo. Le ultime linee guida consigliano di utilizzare farmaci antiinfiammatori FANS, la minor dose possibile per il periodo più breve possibile quando il dolore è molto forte e molto disabilitante. Sono sconsigliati invece gli oppioidi, la tachipirina e farmaci antidolorifici.

MASSAGGI: i massaggi e la terapia manuale non servono molto. Sono utili però mobilizzazioni articolari se è presente forte rigidità articolare (e muscolare), e si è in una fase in cui il dolore non è molto intenso.

TERAPIA FISICA: anche in questo caso fare TECAR, laser o altre terapie passive serve a poco o nulla. Come avete capito i trattamenti migliori sono quelli in cui il paziente prende in mano la situazione e gestisce il suo problema con impegno e costanza quotidiana. Sperare che un farmaco, un massaggio o una macchina curi l’artrosi è sbagliato.

INFILTRAZIONI: se dopo un trattamento di alcuni mesi, almeno 2 o 3, non c’è beneficio e il dolore non migliora, la letteratura scientifica consiglia di effettuare un ciclo di infiltrazioni per provare a togliere il dolore e poter lavorare con esercizi di rinforzo per avere miglioramenti più a lungo termine. Le infiltrazioni di acido ialuronico dovrebbero essere evitate perché non utili; sono invece utili infiltrazioni di cortisone.

INTERVENTO CHIRURGICO: quando tutti i precedenti interventi hanno fallito l’intervento chirurgico può e deve essere preso in considerazione. Vi parlerò in un prossimo articolo del ruolo della fisioterapia in seguito a protesi di anca o di ginocchio.

 

Hai domande specifiche o vuoi capire se il tuo dolore è dovuto all’artrosi? Non esitare a contattarmi

PREVENIRE LE CADUTE

PREVENIRE LE CADUTE NELL’ANZIANO

PREVENIRE LE CADUTE NELL’ANZIANO

Un problema sociale

La popolazione italiana sta diventando sempre più anziana e, purtroppo, sempre più sedentaria: con queste premesse rimanere in salute diventa difficile. Gli anziani, molto spesso, perdono la voglia di muoversi, quando devono farlo si sentono meno sicuri di loro stessi, e quindi tenderanno a muoversi ancora meno. Questo circolo vizioso è destino a peggiorare con l’avanzare dell’età e aumenterà di molto il rischio caduta. Le cadute sono la causa principale di fratture e di infortuni collegati alla morte, oltre al fatto che rappresentano un costo sanitario e soprattutto sociale enorme. La prevenzione diventa fondamentale.

Come prevenire le cadute nell’anziano?

Numerosi studi hanno cercato di individuare le strategie migliori per prevenire le cadute nella popolazione anziana. La soluzione è sempre la stessa: l’esercizio fisico!
L’esercizio fisico è un intervento di estrema importanza anche per la popolazione anziana. I benefici sono molteplici come il miglioramento della forza e della salute di ossa e muscoli, del sistema cardiorespiratorio e delle funzionalità sia fisiche che cognitive. È dimostrato, infatti, come l’esercizio fisico sia in grado di prevenire disturbi cognitivi e demenza andando a migliorare la salute delle persone a 360°.

Quale esercizio fisico?

I trattamenti proposti sono molteplici e i risultati sono sovrapponibili. Si possono fare esercizi di equilibrio, di forza, di stretching, di resistenza. Ogni esercizio porta con sé dei vantaggi e per questo l’unione di esercizi differenti potrebbe essere la chiave per una prevenzione più efficace.

(Durante le nostre lezioni di GINNASTICA POSTURALE andiamo ad unire tutte queste componenti di esercizio).

I ricercatori consigliano di effettuare 2/3 sessioni di allenamento specifico a settimana di circa 50 minuti l’una. L’intensità dell’esercizio può anche essere intensa, in quanto non sono stati riscontrati effetti collaterali a livello cardiaco. Nei giorni in cui non si eseguono attività specifiche possono essere utili attività ricreative come il giardinaggio, il bricolage o qualsiasi attività che unisce lavoro fisico a abilità manuali. Inoltre, è raccomandato effettuare delle camminate a passo più o meno sostenuto per mezzora al giorno; in alternativa si può usare la bicicletta o la cyclette.

 

Sei anziano (o lo sono i tuoi genitori) e noti di essere rigido e non riuscire più a muoverti come prima?

Non ti senti più sicuro di effettuare determinati movimenti e sei sempre più sedentario? Non hai più la mobilità articolare che avevi alcuni anni fa?

Prevenire le cadute è fondamentale: sono molto frequenti e spesso hanno esiti davvero molto negativi sulla salute delle persone.
Prenota un appuntamento per capire quali esercizi sono più adatti a te e scoprirai che con un minimo sforzo costante e quotidiano tornerai a svolgere le attività che ami in sicurezza.

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Bibliografia:

de Souto Barreto P, et al. Association of Long-term Exercise Training With Risk of Falls, Fractures, Hospitalizations, and Mortality in Older Adults: A Systematic Review and Meta-analysis. JAMA Intern Med. 2019. PMID: 30592475

Hewitt J, et al. Progressive Resistance and Balance Training for Falls Prevention in Long-Term Residential Aged Care: A Cluster Randomized Trial of the Sunbeam Program.
J Am Med Dir Assoc. 2018. PMID: 29402651 Clinical Trial.

Sherrington C, Michaleff ZA, Fairhall N, Paul SS, Tiedemann A, Whitney J, Cumming Exercise to prevent falls in older adults: an updated systematic review and meta-analysis. Br J Sports Med. 2017 Dec;51(24):1750-1758. Epub 2016 Oct 4.PMID: 27707740